Note Fraliche 2.
Commento a Barbara Frale, La sindone e il ritratto di Cristo
Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2010. 184 pp.
di Gaetano Ciccone (11 maggio 2010).
Un brano del terzo capitolo (‘La sindone di Cristo nei primi secoli’, pp.29-30) è un capolavoro di disinformazione. Anche sfogliando i libri di pseudostoria e fantarcheologia, è difficile trovare un altro testo in cui si accumulano tante falsità in così poche righe. Per commentarlo è necessario citarlo per esteso:
«Nel 1973 uno studio condotto dal criminologo Max Frei con le tecniche in uso presso la squadra scientifica della Polizia svizzera identificò tracce di pollini appartenenti a 58 specie vegetali diverse originarie del Medio Oriente, di cui alcune diffuse a Cipro, nei dintorni del Mar Morto e a Gerusalemme. Il lavoro di Frei fu completato da altri studiosi come Silvano Scannerini, Paul Maloney, Aharon Horowitz, Avinoam Danin e Giulio Fanti, giungendo a una conclusione: il telo è stato esposto a venti che portavano pollini di piante esistenti solo in Medio Oriente, con una maggior probabilità concentrata in un’area che si aggira intorno alla zona di Gerusalemme (per un raggio di 20 miglia). Alcuni di questi sono pollini fossili, ovvero di specie che non esistono più dall’epoca antica. Lo spettro pollinico (cioè l’insieme delle varietà vegetali attestate) coincide con quello dell’ambiente israeliano ma non con quello del Nord Africa; infine, grazie ai pollini si prova che la sindone venne trasportata dalla Palestina attraverso il Negev fino alle terre del Libano».
a. Sembra che la Frale abbia letto molto affrettatamente gli scarni articoli di Frei o forse non li ha letti affatto, anche se ne cita uno in bibliografia. Infatti nel suo ultimo articolo pubblicato nel 1983, Frei ha così suddiviso i suoi ritrovamenti a seconda della provenienza: 21 piante della Palestina, 15 piante mediterranee che crescono pure in Palestina, 6 piante dell’Anatolia, 1 pianta di Costantinopoli. Quindi nel complesso Frei ha identificato 43 piante del Medio Oriente e non 58. 58 infatti è il numero totale delle piante identificate, comprese le piante europee (numero variabile tra 57 e 60 a seconda di come si contano) [1].
b. La Frale dichiara che alcuni dei pollini ritrovati da Frei erano di piante diffuse a Cipro, mentre Frei dichiara: «Non ho riscontrato elementi caratteristici provenienti dall’isola di Cipro» [2].
c. Secondo la Frale cinque studiosi hanno completato il lavoro di Frei. Invece:
(1) Silvano Scannerini ha di fatto smentito il lavoro di Frei, affermando che non si capisce come Frei possa essere arrivato alle sue conclusioni [3].
(2) Paul Maloney ha studiato a lungo (tra il 1988 e il 1998) i reperti di Frei e non ha mai pubblicato nulla in proposito, sempre annunciando un lavoro conclusivo che stiamo ancora aspettando [4].
(3) Aharon Horowitz, serio studioso di botanica e palinologia, citato a sproposito anche in un articolo di Frei, non ha mai visto il materiale di Frei. Gli è stato sottoposto da Paul Maloney l’elenco dei nomi di specie vegetali compilato da Frei e in proposito ha dichiarato a voce che in quell’elenco vi sono molte specie caratteristiche della Palestina («He adds that the pollen sampling from the Shroud do not conform to the North Africa spectrum but rather to the Israeli spectrum») [5]. Una simile dichiarazione la potrebbe fare chiunque: il vero problema è se quei pollini sono stati veramente identificati su materiale sindonico. Su questo punto non risulta che Horowitz si sia mai pronunciato.
(4) Avinoam Danin, esperto di flora palestinese non ha mai studiato i pollini né della Sindone né di altro. Lo ha fatto un suo collaboratore, Uri Baruch, che ha esaminato al microscopio ottico i vetrini preparati da Frei del materiale prelevato nel 1973 e i nastri adesivi originali del materiale del 1978. Delle 37 specie esaminate relative al materiale del 1973, ne ha confermate solo 4; fra tutte le specie ritrovate nel materiale del 1978, ne ha confermata solo una. Di fatto, Baruch ha smentito quasi in toto il lavoro di Frei [6]. In seguito la sua revisione è stata giudicata troppo ottimistica, ed è stata smentita da altri palinologi quali Litt e Bryant. In seguito a tali critiche, in lavori successivi Danin ha abbandonato del tutto l’ipotesi che i pollini sindonici possano essere una prova della provenienza palestinese: «Da quel che ho appreso dalle nostre ricerche, attualmente non possiamo usare il polline per definire alcuna indicazione geografica» [7].
(5) Giulio Fanti non ha mai fatto alcuna ricerca sui pollini, ma ha solo redatto una revisione di quanto pubblicato sull’argomento; revisione tendenziosa in quanto cita solo le fonti a sostegno trascurando tutto quanto era stato scritto di contrario [8].
d. La Frale riporta l’ipotesi di Frei che i pollini da lui trovati sulla Sindone vi siano stati deposti dall’azione del vento. Questa ipotesi era già stata smentita da Maloney nel 1990, il quale fece esaminare la lista dei pollini redatta da Frei al prof. A. Orville Dahl, palinologo della università della Pennsylvania e della Università di Stoccolma, il quale notò che delle 57 specie elencate da Frei ben 32 sono entomofile (cioè i loro pollini sono trasportati da insetti) per cui secondo il suo parere è impossibile che tutti essi siano stati trasportati dai venti («He … noted that during 20 years of changing slides in his study of airborne pollen … floral pollen were almost nonexistent on his slides») [9].
e. La Frale dichiara che Frei ha trovato alcuni pollini fossili di specie che non esistono più in Palestina, ma che vi esistevano in epoca antica. Ecco quanto ha scritto in proposito lo stesso Frei nel 1981: «Una datazione più precisa potrebbe risultare nel futuro se incontriamo il polline di una pianata estinta negli ultimi due millenni. Contrariamente a certe notizie sensazionali ma infondate di stampa sino adesso non sono stato così fortunato nelle mie ricerche» [10].
Note
1. - M. Frei, Identificazione e classificazione dei nuovi pollini della Sindone, in La Sindone. Scienza e fede. Atti del II Convegno Nazionale di Sindonologia. Bologna 27-29 novembre 1981, Editrice CLUEB, Bologna 1983, p.282.
2. - Ibidem.
3. - S. Scannerini, La questione dei pollini, in Sindon n.9-10, dicembre 1996, pp.77-90.
4. - P. Maloney, ASSIST announces the acquiring of the Max Frei collection for the Shroud research, in The ASSIST Newsletter, vol.1, 1989; P. Maloney, The current status of pollen research and prospects for the future, in The ASSIST Newsletter, vol.2, 1990; P. Maloney, Science, Archaeology and the Shroud of Turin, in Approfondimento Sindone, anno II, vol.1 (1998) pp 67-99.
5. - P. Maloney, Science, Archaeology and the Shroud of Turin, in Approfondimento Sindone, anno II, vol.1 (1998) p.75.
6. - A. Danin, A. D. Whanger, U. Baruch & M. Whanger, Flora of the Shroud of Turin, Missouri Botanical Garden Press, St.Louis 1999, pp.10-15.
7. - A. Danin & H. Guerra, L’uomo della Sindone, Edizioni ART, Roma 2008 pp.50-54.
8. - G. Fanti, La Sindone, una sfida alla scienza moderna, Aracne, Roma 2008, pp.41-47.
9. - P. Maloney, The current status of pollen research and prospects for the future, in The ASSIST Newsletter, Vol. 2, n.1, p.5.
10. - M. Frei, Il passato della Sindone alla luce della palinologia, in La Sindone e la scienza. Bilanci e programmi. Atti del II Congresso Internazionale di Sindonologia, 1978, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo 1981, p.199.
Commento a Barbara Frale, La sindone e il ritratto di Cristo
Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2010. 184 pp.
di Gaetano Ciccone (11 maggio 2010).
Un brano del terzo capitolo (‘La sindone di Cristo nei primi secoli’, pp.29-30) è un capolavoro di disinformazione. Anche sfogliando i libri di pseudostoria e fantarcheologia, è difficile trovare un altro testo in cui si accumulano tante falsità in così poche righe. Per commentarlo è necessario citarlo per esteso:
«Nel 1973 uno studio condotto dal criminologo Max Frei con le tecniche in uso presso la squadra scientifica della Polizia svizzera identificò tracce di pollini appartenenti a 58 specie vegetali diverse originarie del Medio Oriente, di cui alcune diffuse a Cipro, nei dintorni del Mar Morto e a Gerusalemme. Il lavoro di Frei fu completato da altri studiosi come Silvano Scannerini, Paul Maloney, Aharon Horowitz, Avinoam Danin e Giulio Fanti, giungendo a una conclusione: il telo è stato esposto a venti che portavano pollini di piante esistenti solo in Medio Oriente, con una maggior probabilità concentrata in un’area che si aggira intorno alla zona di Gerusalemme (per un raggio di 20 miglia). Alcuni di questi sono pollini fossili, ovvero di specie che non esistono più dall’epoca antica. Lo spettro pollinico (cioè l’insieme delle varietà vegetali attestate) coincide con quello dell’ambiente israeliano ma non con quello del Nord Africa; infine, grazie ai pollini si prova che la sindone venne trasportata dalla Palestina attraverso il Negev fino alle terre del Libano».
a. Sembra che la Frale abbia letto molto affrettatamente gli scarni articoli di Frei o forse non li ha letti affatto, anche se ne cita uno in bibliografia. Infatti nel suo ultimo articolo pubblicato nel 1983, Frei ha così suddiviso i suoi ritrovamenti a seconda della provenienza: 21 piante della Palestina, 15 piante mediterranee che crescono pure in Palestina, 6 piante dell’Anatolia, 1 pianta di Costantinopoli. Quindi nel complesso Frei ha identificato 43 piante del Medio Oriente e non 58. 58 infatti è il numero totale delle piante identificate, comprese le piante europee (numero variabile tra 57 e 60 a seconda di come si contano) [1].
b. La Frale dichiara che alcuni dei pollini ritrovati da Frei erano di piante diffuse a Cipro, mentre Frei dichiara: «Non ho riscontrato elementi caratteristici provenienti dall’isola di Cipro» [2].
c. Secondo la Frale cinque studiosi hanno completato il lavoro di Frei. Invece:
(1) Silvano Scannerini ha di fatto smentito il lavoro di Frei, affermando che non si capisce come Frei possa essere arrivato alle sue conclusioni [3].
(2) Paul Maloney ha studiato a lungo (tra il 1988 e il 1998) i reperti di Frei e non ha mai pubblicato nulla in proposito, sempre annunciando un lavoro conclusivo che stiamo ancora aspettando [4].
(3) Aharon Horowitz, serio studioso di botanica e palinologia, citato a sproposito anche in un articolo di Frei, non ha mai visto il materiale di Frei. Gli è stato sottoposto da Paul Maloney l’elenco dei nomi di specie vegetali compilato da Frei e in proposito ha dichiarato a voce che in quell’elenco vi sono molte specie caratteristiche della Palestina («He adds that the pollen sampling from the Shroud do not conform to the North Africa spectrum but rather to the Israeli spectrum») [5]. Una simile dichiarazione la potrebbe fare chiunque: il vero problema è se quei pollini sono stati veramente identificati su materiale sindonico. Su questo punto non risulta che Horowitz si sia mai pronunciato.
(4) Avinoam Danin, esperto di flora palestinese non ha mai studiato i pollini né della Sindone né di altro. Lo ha fatto un suo collaboratore, Uri Baruch, che ha esaminato al microscopio ottico i vetrini preparati da Frei del materiale prelevato nel 1973 e i nastri adesivi originali del materiale del 1978. Delle 37 specie esaminate relative al materiale del 1973, ne ha confermate solo 4; fra tutte le specie ritrovate nel materiale del 1978, ne ha confermata solo una. Di fatto, Baruch ha smentito quasi in toto il lavoro di Frei [6]. In seguito la sua revisione è stata giudicata troppo ottimistica, ed è stata smentita da altri palinologi quali Litt e Bryant. In seguito a tali critiche, in lavori successivi Danin ha abbandonato del tutto l’ipotesi che i pollini sindonici possano essere una prova della provenienza palestinese: «Da quel che ho appreso dalle nostre ricerche, attualmente non possiamo usare il polline per definire alcuna indicazione geografica» [7].
(5) Giulio Fanti non ha mai fatto alcuna ricerca sui pollini, ma ha solo redatto una revisione di quanto pubblicato sull’argomento; revisione tendenziosa in quanto cita solo le fonti a sostegno trascurando tutto quanto era stato scritto di contrario [8].
d. La Frale riporta l’ipotesi di Frei che i pollini da lui trovati sulla Sindone vi siano stati deposti dall’azione del vento. Questa ipotesi era già stata smentita da Maloney nel 1990, il quale fece esaminare la lista dei pollini redatta da Frei al prof. A. Orville Dahl, palinologo della università della Pennsylvania e della Università di Stoccolma, il quale notò che delle 57 specie elencate da Frei ben 32 sono entomofile (cioè i loro pollini sono trasportati da insetti) per cui secondo il suo parere è impossibile che tutti essi siano stati trasportati dai venti («He … noted that during 20 years of changing slides in his study of airborne pollen … floral pollen were almost nonexistent on his slides») [9].
e. La Frale dichiara che Frei ha trovato alcuni pollini fossili di specie che non esistono più in Palestina, ma che vi esistevano in epoca antica. Ecco quanto ha scritto in proposito lo stesso Frei nel 1981: «Una datazione più precisa potrebbe risultare nel futuro se incontriamo il polline di una pianata estinta negli ultimi due millenni. Contrariamente a certe notizie sensazionali ma infondate di stampa sino adesso non sono stato così fortunato nelle mie ricerche» [10].
Note
1. - M. Frei, Identificazione e classificazione dei nuovi pollini della Sindone, in La Sindone. Scienza e fede. Atti del II Convegno Nazionale di Sindonologia. Bologna 27-29 novembre 1981, Editrice CLUEB, Bologna 1983, p.282.
2. - Ibidem.
3. - S. Scannerini, La questione dei pollini, in Sindon n.9-10, dicembre 1996, pp.77-90.
4. - P. Maloney, ASSIST announces the acquiring of the Max Frei collection for the Shroud research, in The ASSIST Newsletter, vol.1, 1989; P. Maloney, The current status of pollen research and prospects for the future, in The ASSIST Newsletter, vol.2, 1990; P. Maloney, Science, Archaeology and the Shroud of Turin, in Approfondimento Sindone, anno II, vol.1 (1998) pp 67-99.
5. - P. Maloney, Science, Archaeology and the Shroud of Turin, in Approfondimento Sindone, anno II, vol.1 (1998) p.75.
6. - A. Danin, A. D. Whanger, U. Baruch & M. Whanger, Flora of the Shroud of Turin, Missouri Botanical Garden Press, St.Louis 1999, pp.10-15.
7. - A. Danin & H. Guerra, L’uomo della Sindone, Edizioni ART, Roma 2008 pp.50-54.
8. - G. Fanti, La Sindone, una sfida alla scienza moderna, Aracne, Roma 2008, pp.41-47.
9. - P. Maloney, The current status of pollen research and prospects for the future, in The ASSIST Newsletter, Vol. 2, n.1, p.5.
10. - M. Frei, Il passato della Sindone alla luce della palinologia, in La Sindone e la scienza. Bilanci e programmi. Atti del II Congresso Internazionale di Sindonologia, 1978, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo 1981, p.199.