Il re di Francia Carlo VI il Benamato ordina il sequestro della Sindone
Parigi, 4 agosto 1389
Karolus, dei gracia Francorum rex, baillivo Trecensi aut eius locuntenenti, salutem.
Curie nostri parlamenti die date presencium exponi fecit dilectus et fidelis consiliarius noster Trecensis episcopus, quod in ecclesia collegiata beate Marie de Lireyo, in Campania, diocesis Trecensis, erat quidem pannus manufactus et in figuram vel similitudinem ac commemoracionem sacri sudarii, in quo preciosissimum corpus domini nostri Iesus Christi salvatoris, post eius sanctissimam passionem, involutum fuerat, artificialiter depictus, et quod ad predictam ecclesiam pro dicto panno adorando populares Campanie et patriarum circumvicinarum, ydolatriam committere non verentes, omni die affluebant habundanter; necnon et quod dilectus et fidelis noster Gaufridus de Charniaco, miles, virtute cuiusdam salveguerdie nostre se manuteneri et conservari fecerat in possessione et saisina exhibendi aut exhiberi faciendi dictum pannum dictis popularibus ac ceteris ibidem proficisci volentibus, eisdem inhibendo, sub certis magnis penis nobis applicandis, ne dictum militem in premissis perturbarent aut impedirent quoquomodo. Quo facto, dictus miles predictum explectum eidem episcopo, in personam sui officialis, notificari fecerat.
Et deinde predictum pannum cum torcheis accensis et presbiteris indumentis sacerdotalibus indutis, ac si esset verum Christi sudarium, omnibus et singulis illuc accedentibus et propter solennitatem pretactam erronee verum esse Christi sudarium credentibus ostendi fecerat ac ostendere non cessabat, in sancte matris ecclesie ac fidei orthodoxe illusionem et irreverenciam, animarum eciam ibidem affluentium periculum ac ydolatriam commictendo, ut dicebat dictus episcopus, supplicans sibi de remedio provideri.
Quocirca nos, animarum talium personarum periculis obviare cupientes, vobis commictimus et mandamus, quatinus dictum pannum, ubicunque illum reperire poteritis, ad manum nostrum realiter et de facto ponatis et sub eadem manu nostra in altera ecclesiarum ville Trecensis aut alibi in certo loco, tuto et honesto, custodiri et conservari faciatis, quousque per nos super hoc fuerit aliud ordinatum, et tali persone seu talibus personis eiusdem panni gardiam seu custodiam commictatis, que de ipso respondere ac illum restituere teneatur seu teneantur, ubi ac dum et quociens dicta curia hoc duxerit ordinandum.
Si vero super hoc debatum oriatur, dicto panno in et sub dicta manu nostra posito et in eadem remanente, partis ipsis auditis, exhibeatis iusticie complementum.
Ab omnibus autem iusticiariis et subditis nostris vobis ac deputandis a vobis in hac parte pareri volumus et intendi.
Datum Parisiis, in parlamento nostro, quarta die mensis augusti, anno domini millesimo trecentesimo ottogesimo nono et regni nostri nono.
[Pergamena originale in Biblioteca Nazionale di Parigi, Collection de Champagne reg. 154, c.128. Sul verso: «Lictere regie tangentes sudarium de Lyreyo. d’XIII».
Copia del 1616: Ibid., Collection de Camps, reg.124, c.233 (147).
Ed.: Chevalier, Ètude critique sur l’origine du St. Suaire de Lirey-Cambéry-Turin, Paris 1900, Appendice pp.I-II n. A.
Fossati, La Santa Sindone. Nuova luce su antichi documenti, Borla, Torino 1961, pp.198-200.]
Traduzione:
Carlo, per grazia di dio re dei Franchi, saluta il balivo di Troyes o il suo luogotenente.
Nel tribunale del nostro parlamento, il giorno della data della presente lettera, il diletto e fedele nostro consigliere, il vescovo di Troyes, fece riferire che nella chiesa collegiata della beata Maria di Lirey in Champagne della diocesi di Troyes vi era un panno manufatto con una figura, a somiglianza e ricordo del santo sudario, nel quale era stato avvolto il preziosissimo corpo del nostro signore e salvatore Gesù Cristo dopo la sua santissima passione, panno dipinto con un artificio, e che ogni giorno per venerare tale panno affluivano copiosamente alla predetta chiesa le genti della Champagne e delle terre vicine, non temendo di commettere idolatria; e anche che il nostro diletto e fedele Goffredo di Charny, cavaliere, si era preso l’incarico di tenerlo e conservarlo in suo possesso sotto sequestro, in nome di una nostra salvaguardia e col permesso di esibire o di fare esibire il predetto panno alle dette genti e a tutti quelli che volevano recarsi in quel luogo, ordinando ai medesimi, sotto minaccia di gravi pene da pagarsi a noi, che non molestassero il detto cavaliere nelle faccende dette o in qualche modo lo ostacolassero. Dopo di ciò, il predetto cavaliere aveva fatto notificare al medesimo vescovo, mediante un suo ufficiale, quanto era stato compiuto.
E poi aveva fatto esporre il predetto panno, con le torce accese e con preti vestiti con indumenti sacerdotali, come se fosse il vero sudario di Cristo, a tutti coloro che giungevano lì, i quali, a causa della solennità ostentata, credevano erroneamente che quello fosse il vero sudario di Cristo, e non cessava di esporlo allo scopo di raggiro e per disprezzo della santa madre chiesa e della fede ortodossa, generando anche pericolo di idolatria per le anime di coloro che lì confluivano, come diceva il predetto vescovo, supplicando che si provvedesse a un rimedio.
Per la qual cosa noi, desiderosi di ovviare ai pericoli di tali anime e persone, vi ordiniamo e comandiamo che di fatto poniate in mano nostra il detto panno, dovunque lo possiate reperire, e lo facciate custodire e conservare, sotto la nostra autorità, in una delle chiese della città di Troyes o altrove, in un luogo determinato, sicuro e decoroso, fino a che da parte nostra sarà emanato un altro ordine riguardo a ciò, e che affidiate a una o più persone la guardia e la custodia del medesimo panno, le quali siano tenute a rispondere di quello e a restituirlo dove e quando e ogniqualvolta questa curia deciderà di ordinare.
Se poi sorgerà riguardo a questo una controversia, mentre il detto panno è e rimane sotto la nostra autorità, dopo aver udito le parti, esibirete il complementum iustitie.
Inoltre vogliamo che si obbedisca a voi e a quelli da voi deputati da parte di tutti i nostri ufficiali e sudditi.
Data a Parigi nel nostro parlamento, il quarto giorno del mese di agosto, nell’anno del signore 1389 e nono del nostro regno.