Un travaso creazionista in un articolo di Giuseppe Pace
Gian Marco Rinaldi ([email protected] )
In un recente articolo su Scienza & Paranormale [1], disponibile qui,
http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=273768
presentavo alcuni esempi di quelli che i sindonologi considerano "errori" del metodo di datazione al radiocarbonio. Riparliamo ora di tre di quei casi, la foca, le conchiglie e il mammut.
Non ripeterò qui la spiegazione del perché quelli indicati dai sindonologi non sono affatto errori del C14 ma sono grossi errori dei sindonologi stessi. Piuttosto vedremo di ricostruire quali sono state le fonti delle informazioni usate dai sindonologi. Sarà utile constatare come i sindonologi accettano e copiano una notizia, quando fa loro comodo, senza prima effettuare controlli o verifiche.
La fonte a cui attinsero i sindonologi per introdurre questi tre esempi fu, molto probabilmente, un articolo di Giuseppe Pace apparso sul numero di novembre-dicembre 1988 della rivista Collegamento pro Sindone. [2] A quella data i risultati della datazione della Sindone erano appena stati comunicati.
L'articolo di Pace cominciava con una esposizione generale del metodo del radiocarbonio, poi cercava di metterne in dubbio la validità con argomenti tipici dei creazionisti. Verso la fine dell'articolo, portava quei presunti esempi di errori del metodo. Riportiamo tutto il passaggio rilevante (enfasi nell'originale) [2, p. 50]:
L'autorevole periodico scientifico "Science" (n. 22, 1984) ci fa sapere che dei gusci di lumache ancora vive, al C14 risultarono vecchi di 26.000 anni. Il periodico di ricerche geo-biologiche delle terre polari "Antarctic Journal" (Sept. - Oct. 1971) ci fa sapere che al C14 una foca uccisa lì per lì, risultò morta da 1300 anni. Il periodico specializzato "Radiocarbon" (n. 8, 1966) ci fa sapere che una pelliccia di Mammùth, data per vecchia di 26.000 anni, al C14 risultò di soli 5600 anni. Si sa però che quando le datazioni ottenute utilizzando degli elementi radioattivi sono troppo sconcertanti, vengono troppo sovente sepolte e obliate,[p. 51] come non esita a dichiarare per iscritto uno specialista in materia, il Dr. Michael Winter (Les Nouvelles de Ceshe, n. 9, Février 1984): "Se una datazione C14 conferma le nostre teorie, la mettiamo bene in vista nel testo principale; se le contraddice, ma non del tutto, la releghiamo in nota; e se le contraddice del tutto, la nascondiamo a tutti". Così si evade tacitamente dal campo della scienza, per invadere quello della menzogna.»
(Della seconda parte di questo passaggio, quella che cita Michael Winter, ci occupiamo in un altro articolo su questo sito.)
Due libri di ben noti sindonologi apparsi poco dopo, nel 1990, riprendono questi casi citando appunto come fonte l'articolo di Pace. In un libro di Orazio Petrosillo ed Emanuela Marinelli [3] le frasi di Pace vengono ripetute pressoché identiche parola per parola [3, p. 153]:
La rivista scientifica «Science» riporta che alcuni gusci di lumache ancora vive al C14 risultarono vecchi di 26000 anni. Il periodico di ricerche geo-biologiche delle terre polari «Antarctic Journal» rende noto che al C14 una foca appena uccisa risultò morta da 1300 anni. Su «Radiocarbon» si legge che una pelliccia di mammuth, vecchia di 26000 anni, venne datata ad appena 5600 anni fa.
Pier Luigi Baima Bollone in un libro del 1990 scrive [4, p. 268]:
È stata enfatizzata la notizia che gusci di lumache ancora vive con questo metodo risultano vecchi di 26.000 anni, che una foca appena uccisa è risultata morta da 1300 anni e che una pelliccia di Mammuth della presumibile età di 26.000 anni è risultata averne soltanto 5600.
La Marinelli e Petrosillo ripetono lo stesso testo in un successivo libro del 1998 [5, p. 251]. Ancora nell'ultimo libro della Marinelli del 2009 torna lo stesso ritornello [6, p. 238]:
La rivista scientifica" Science" riportò che alcuni gusci di lumache ancora vive al C14 apparvero vecchi di 26.000 anni. Il periodico di ricerche geo-biologiche delle terre polari Antarctic Journal rese noto che al C14 una foca appena uccisa risultò morta da 1300 anni. Su Radiocarbon fu pubblicato che una pelliccia di mammuth di 26.000 anni fa venne datata ad appena 5600 anni fa.
Anche Baima Bollone tornerà a citare gli stessi casi in libri successivi
Altri autori hanno cambiato qualche parola, ma non hanno mai aggiunto alcun dettaglio, quindi hanno copiato, di prima o di seconda mano, dall'articolo di Pace, senza mai andare a controllare sulle fonti e senza assumere altre informazioni.
Da chi attingeva a sua volta Pace? Era facile prevederlo. Fino al 1988, i sindonologi non avevano avuto motivo di setacciare la letteratura del radiocarbonio per cercare esempi di datazioni sbagliate. C'era però chi già da tempo lo stava facendo. Erano i creazionisti, in particolare quelli che sostengono alla lettera la cronologia biblica e calcolano poche migliaia di anni dal giorno della creazione. Per quei creazionisti, tutti i metodi di datazione introdotti nella scienza devono essere sbagliati. Ecco allora che Pace ha preso alcuni esempi dal repertorio dei creazionisti.
Chi era Don Giuseppe Pace
Giuseppe Maria Pace (1911-2000), sacerdote salesiano, dopo il Concilio Vaticano degli anni 1960 si schierò con i tradizionalisti e antimodernisti che si opponevano alle novità portate dal Concilio. Si rifiutava di recitare la Messa secondo il nuovo rito e continuò, in modo quasi clandestino, a recitare la vecchia Messa Tridentina in latino. Secondo una frase in un necrologio apparso in un sito amico:
http://www.unavox.it/095b.htm
È noto a tutti che don Pace non celebrò mai la S. Messa col nuovo rito, ma si attenne sempre, con santa tenacia, alla plurisecolare S. Messa Tridentina. Per questa sua esemplare fedeltà subì persecuzioni, ostracismo, isolamento, esilio.
In un'altra nota sullo stesso sito di tradizionalisti:
http://www.unavox.it/Giornale/127g_o_App_Canon.htm
Fu uno di quei sacerdoti che si rifiutò di accettare la rivoluzione liturgica e dottrinale imposta a partire dal Concilio. Per questo venne emarginato e vessato dalla Diocesi di Torino, che lo costrinse a celebrare la S. Messa tradizionale quasi in clandestinità. Scrisse alcune centinaia di articoli sulla base dei suoi studi di liturgia e di storia della Chiesa, a sostegno della "Battaglia per la Tradizione".
Infatti a un certo punto Pace fu allontanato da Torino città e dovette risiedere a Caselette, piccolo paese della provincia.
Una raccolta di 61 suoi articoli, col titolo Zibaldone e sotto il nome fra' Galdino da Pescarenico, è stata pubblicata poco dopo la sua morte. Pubblicò anche in altri svariati campi, per esempio nella sua bibliografia si trova un opuscolo sulla "Miracolosa traslazione a Loreto della dimora della Santissima Annunziata", poi un romanzo di fantastoria ecclesiale sotto lo pseudonimo Walter Martin, oltre a un trattato sui funghi.
Un suo articolo che si può leggere in rete
http://www.sacrocapo.com/1/upload/il_cosmo_non_e_frutto_del_caso.pdf
col titolo "Evoluzionismo e tempi lunghi?" mostra le sue idee sulle datazioni con isotopi radioattivi. Espone il punto di vista dei creazionisti, quelli dell'ala estrema che sostiene la "Terra giovane". Riportiamo alcuni passaggi per dare un'idea del livello scientifico. Nella prima citazione Pace vuol dimostrare che gli scienziati si sbagliano nel calcolare tempi lunghi per l'evoluzione:
Da complicati calcoli, fondati su emanazioni termonucleari, risulta che sono necessari non meno di 100.000 anni a che una stella gigante rossa si trasformi in nana bianca; ma tali calcoli, pur tanto impressionanti, sono ingannevoli, poiché Sirio-B, nana bianca, era classificata dai sacerdoti egiziani tra le stelle rosse; e rossa era ancora in tempi a noi vicini, poiché rossa la dicevano sia Cicerone che Seneca, e, ancora circa due secoli dopo, anche Tolomeo la menzionava tra le 6 stelle rosse.
Ecco il meccanismo del diluvio universale:
Il meccanismo del Diluvio si spiega dal precipitare sulla terra l' anello acquoso che le girava attorno (come gli anelli di Saturno): si tratta di quello che la Genesi chiama "le acque di sopra il firmamento", il che fu accompagnato dal riversarsi sulla Terra, totalmente, le acque del grande oceano che circondava il continente unico iniziale, dalla forma regolare "di un fiore di otto petali" ("le acque del basso").
Per questo brano, come per il prossimo, Pace rimanda a una pubblicazione del Ceshe, un gruppo di cui diremo subito. Al tempo del paradiso terrestre, secondo il Ceshe, l'asse della Terra era perpendicolare al piano dell'eclittica (che Pace chiama "ellittica") e il clima era mite e costante senza stagioni, ma poi Dio inclinò l'asse terrestre per punire Adamo ed Eva dopo il peccato della mela:
La repentina inclinazione dell'asse della Terra fu conseguenza del peccato dell' uomo. A partire da quel momento e fino al Diluvio sono state calcolate sette glaciazioni a intervalli regolari (in coincidenza con i periodi di macchie solari); allo stesso tempo, in altrettante regioni del continente unico, ebbero luogo violente fasi di attività orogenica e vulcanica, che insieme con le glaciazioni rimodellarono la geografia della Terra, prima di smembrarsi nel Diluvio, dando luogo agli attuali continenti.
Va aggiunto che le sette glaciazioni, e i relativi periodi interglaciali, si susseguirono in un arco di 1500 anni o poco più, secondo i tempi rapidissimi di quei creazionisti.
Il gruppo "Ceshe"
Per questa versione del creazionismo, Pace si rifà ai concetti coltivati dal CESHE ("Le cercle historique et scientifique"), un piccolo gruppo di fondamentalisti cattolici con adepti fra Francia e Belgio, oltre a qualche diramazione in Italia a giudicare dal fatto che si trovano pubblicazioni e siti web in traduzione italiana. Sono i seguaci di Fernand Crombette (1880-1970), un visionario francese (poi trasferito in Belgio). Crombette scrisse molte pagine per ricostruire in ogni dettaglio la storia dell'umanità a partire dalla data del diluvio, che è il 2347 a.C.
Non si immagina a quali limiti di assurdità arrivino i testi del Ceshe se non si prova a leggerne qualche pagina. Si può vedere qui su un sito del Ceshe in italiano:
http://digilander.libero.it/crombette/
Ecco due frasi dalla presentazione del sito:
Benvenuti sul sito del CESHE, il "Circolo storico e scientifico". Esso è un'associazione internazionale che ha per scopo di riconciliare la scienza e la fede nelle intelligenze e nei cuori; in particolare: [....]Il CESHE professa l'inerranza scientifica e storica della Bibbia ed è in relazione in diversi paesi con le Associazioni che riconoscono il posto privilegiato dell'uomo e della terra in seno alla Creazione.
Professare la "inerranza" della Bibbia significa credere che la Bibbia non possa mai sbagliare e vada presa per vera alla lettera
È inutile dire che quelle persone sono le meno adatte per parlare di metodi di datazione. Le loro date devono essere in accordo col calendario biblico, dal giorno della creazione fino a oggi. Sanno che il diluvio c'è stato esattamente nel 2347 avanti Cristo. Quanto alla creazione del mondo, qualcuno lascia un piccolo margine di incertezza perché la ricostruzione attraverso le genealogie bibliche non è esattissima, ma tutti sono d'accordo nel collocare una data a circa seimila e non più di settemila anni fa. Con queste premesse inalienabili, riescono a raccontare la storia delle ere geologiche, la formazione della crosta terrestre, la comparsa di tutte le forme di vita, la preistoria dell'uomo.
Ricordiamo i nomi di due degli esponenti più noti del Ceshe perché hanno avuto a che fare con la Sindone. Uno è Guy Berthault, un ricco imprenditore che vive vicino a Parigi. Qualcuno ricorderà che fu lui a finanziare le (presunte) ricerche di Dmitry Kuznetsov. Berthault ha spiegato la geologia diluviana, cioè come le acque del diluvio hanno disposto il suolo del pianeta negli strati che oggi vediamo. Il tutto in pochi mesi. Ha anche cercato di dimostrare che il sistema solare è geocentrico.
L'altra è Marie-Claire van Oosterwyck-Gastuche, di provenienza belga, che si interessa anche lei di geologia e si considera un'esperta di datazioni. Ritiene di aver dimostrato che tutti i metodi di datazione usati dagli scienziati per i tempi delle ere geologiche sono sbagliati. Per il C14 ha una spiegazione semplice: l'acqua del diluvio, che era povera dell'isotopo radioattivo, ha diluito il C14 sulla terra così che oggi i reperti antidiluviani sembrano avere un'età molto più antica del reale.
Le capacità di questi studiosi, in fatto di datazioni, sono sorprendenti, a confronto di quelle dei sindonologi. Mentre con la Sindone si tratta di invecchiare un reperto di soli tredici secoli rispetto al risultato del C14, i creazionisti di stretta osservanza biblica, nella loro geologia, devono ringiovanire le date spostandole anche di centinaia di milioni di anni. Sono da ammirare per il loro coraggio: non si spaventano per la difficoltà dell'impresa e non indietreggiano mai.
Quando nel 1988 furono resi noti i risultati della datazione della Sindone, la Oosterwyck-Gastuche ebbe subito un'idea su come spiegare il risultato, che secondo lei naturalmente era sbagliato. Disse che l'incendio del 1532 aveva causato l'incorporazione nel tessuto di nuovo carbonio che aveva alterato la datazione. Berthault apprezzò questa idea, e quando poco dopo conobbe Kuznetsov, gli propose di verificarla sperimentalmente. Il seguito lo sappiamo.
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L'articolo di Pace del 1988
Nell'articolo di Collegamento pro Sindone di cui ci occupiamo [2], Pace parla in modo piuttosto confuso dei metodi di radiodatazione, col C14 come con altri isotopi, e li critica con argomenti tipici dei creazionisti. Nell'articolo non è mai nominata la parola creazionismo, però ci sono i riferimenti ad alcuni articoli che hanno sigle forse sconosciute ai sindonologi ma note a chi si interessa di creazionismo. Pace cita per tre volte un articolo di Michaël Winter su Les Nouvelles du CESHE del 1984 e cita Science et Foi, che è la stessa rivista del Ceshe dopo aver cambiato nome. Cita anche un numero di Les Cahiers du Ceshe.
In uno dei riferimenti alle pubblicazioni del Ceshe, dice che le galline possono produrre trasmutazioni dei nuclei atomici, infatti fabbricano atomi di calcio per il guscio dell'uovo anche se non hanno il calcio nella dieta. Quindi anche gli isotopi di C14 possono formarsi in altri modi, oltre che per l'azione dei raggi cosmici nell'alta atmosfera. Basterebbe questa affermazione per far capire il livello di questo articolo, ma i sindonologi non se ne sono preoccupati.
Poi Pace cita un certo Dudley, di cui non dà il primo nome, che avrebbe dimostrato con esperimenti che i tempi di decadimento degli isotopi radioattivi possono variare a seconda delle condizioni di temperatura e pressione, sconvolgendo così i calcoli per le radiodatazioni. Si tratta di Horace C. Dudley, che di mestiere si occupava di medicina nucleare ma si dedicò anche a idee stravaganti. La sua presunta dimostrazione sperimentale della variabilità dei tempi di decadimento radioattivo è in un suo articolo del 1975 di cui i creazionisti si appropriarono sùbito sventolandolo cone una prova della inattendibilità delle radiodatazioni.
Oltre alle pubblicazioni del Ceshe, Pace cita anche un articolo da CRS Quarterly. La sigla CRS sta per "Creation Research Society", una delle più importanti associazioni di creazionisti, con sede nello stato del Missouri. Da questa rivista cita un articolo di John Woodmorappe (pseudonimo), un autore che allora era ancora giovane ma poi si è fatto un nome fra i creazionisti. Oltre a criticare i metodi di datazione e a studiare la geologia diluviana, Woodmorappe è diventato famoso per il suo studio dell'Arca di Noè. Ha descritto nei dettagli come fosse possibile per Noè ospitare per mesi sulla sua Arca un numero di circa 17.000 animali, tanti ne ha contati. Era possibile, dice, se Noè aveva preventivamente allenato gli animali a comportarsi in modo adatto, per esempio a mangiare quello che era più comodo da portare sull'arca, a non mangiare altri animali, e anche a espellere direttamente dentro a un secchio per non sommergere la barca di escrementi.
Pace cita Woodmorappe per fornire esempi di presunte datazioni sbagliate, anche se si tratta di esempi su tempi geologici che non riguardano la Sindone.
Ci si meraviglia (o forse non ci si deve meravigliare?) che Collegamento pro Sindone abbia ospitato un simile articolo, ma la redazione non sembrava essere imbarazzata, anzi anteponeva all'articolo questa nota:
Il salesiano Prof. Don Giuseppe M. Pace ci ha onorato con questo suo autorevole articolo. Lo ringraziamo di cuore, anche in nome dei nostri numerosi lettori.
In quegli anni attorno al 1990, la stessa rivista pubblicò, oltre a questo, altri dieci articoli di Pace.
I sindonologi, leggendo un articolo come quello di Pace, dovevano accorgersi immediatamente che quello non era un autore di cui fidarsi, ma alcuni di loro non esitarono a ricopiare parola per parola quelle espressioni che abbiamo mostrato all'inizio. Questo dà un'idea della loro preparazione scientifica. Va detto che ci sono anche sindonologi che non hanno copiato da Pace, ma nessuno di loro in venti anni, che io abbia notato, ha mai contestato quei colleghi, in particolare due ben rappresentativi esponenti quali Marinelli e Baima Bollone, che hanno ripetuto le affermazioni di Pace. Va notato che le frasi con cui vengono riportati quegli esempi sono sempre le stesse, senza aggiunta di alcun dettaglio, il che significa che nessuno è andato a consultare gli articoli originali o ha cercato maggiori notizie. Vediamo la situazione caso per caso, nell'ordine come compaiono nell'articolo di Pace: conchiglie, foca e mammut.
Le conchiglie del Nevada
Per la conchiglia di 27.000 anni, la fonte della notizia, precisata talvolta nei testi dei creazionisti, è un articolo pubblicato su Science nel 1984 [7]. Pace traduce "snail" con "lumaca", ma il termine è inadatto perché di solito dicendo gusci di lumaca ci si rifererisce a molluschi di terra. Qui si tratta di molluschi di acqua dolce della specie Melanoides tuberculatus. Chi vuol vedere la bella conchiglietta può mettere il nome su Google immagini e trova molte foto. Altri sindonologi hanno continuato a parlare di "lumache", per esempio Baima Bollone in diversi suoi libri.
Il volume della rivista è il 224, non 22 come scrive Pace. Il volume 22 della rivista Science apparve nel 1905!
Nell'articolo di Science si cita fra gli altri un caso limite di una conchiglia con età apparente di 27.000 anni. Anche i creazionisti riportano 27.000. Invece Pace scrive 26.000, forse confondendosi col mammut, e tutti i sindonologi lo hanno seguito. Si ha quindi la dimostrazione che la fonte dei sindonologi è stata appunto l'articolo di Pace. Per esempio in un libro di Giuseppe Toscano [8] si trovano tutte le peculiarità di Pace: il termine "lumache", il volume 22 e i 26.000 anni:
Per tutti questi motivi, nei bollettini scientifici vengono spesso segnalati errori madornali di esami fatti col C14, come quello condotto su gusci di lumache ancora viventi che risultarono vecchie di 26.000 anni (da "Science", n. 22, 1984) o quello (cfr. "Antarctic Journal" Sett.-Ott. 1971) condotto su una foca uccisa da poco, che risultò morta da 1.300 anni!
Naturalmente nessun sindonologo ha mai letto l'articolo di Science, o avrebbe visto che lì non c'è nessun errore madornale e che vengono discussi i processi chimici con cui la conchiglia può avere incorporato carbonio minerale privo di isotopo 14. Con tutta probabilità, lo stesso Pace non ha visto gli articoli originali, per questo e per gli altri casi, ma li ha ripresi dalle pubblicazioni dei creazionisti dove i casi sono citati come esempi di errori di datazione. Però non cita particolari fonti dei creazionisti da cui ha tratto i dati.
La foca antartica
Per la foca della stazione di McMurdo (Mare di Ross, Antartide), Pace dà come fonte la rivista Antarctic Journal del 1971. L'articolo originale non è quello, ma era già apparso dieci anni prima su Radiocarbon [9] (vedere il campione L-570 a p. 200). I testi dei creazionisti citano appunto Antarctic Journal, il che prova che Pace ha preso dai creazionisti. Poi i sindonologi, quando hanno dato una fonte, hanno sempre citato ancora Antarctic Journal, mai Radiocarbon, il che dimostra che hanno copiato da Pace e non hanno mai visto l'articolo originale. Aggiungo che da molto tempo tutte le annate di Radiocarbon sono disponibili online (e gratis), quindi i sindonologi possono leggere l'articolo con poca fatica. Se avessero mai letto l'articolo originale, saprebbero bene che lì non ci fu nessun errore e nessuno voleva datare una foca appena morta.
Ma anche leggendo la fonte dei creazionisti, quella su Antarctic Journal, avrebbero dovuto capire qualcosa. Vediamola. Quell'articolo del 1971 non aveva per oggetto la foca dei 1300 anni, che veniva citata solo di sfuggita, ma diverse carcasse di foche ritrovate in una zona vicina (Valli Secche, Terra Vittoria). Le condizioni del clima permettevano la conservazione delle carcasse, in condizioni più o meno mummificate, per tempi molto lunghi. I ricercatori erano curiosi di datare le carcasse, ma non potevano avere indicazioni precise dal test del C14, appunto perché in quel mare ci può essere una concentrazione alquanto bassa dell'isotopo radioattivo. Come esempio portavano appunto la nostra foca, che facilmente poteva essere ricordata come caso limite di basso contenuto di C14. Riportiamo il passaggio in questione da Antarctic Journal [10]:
L'analisi radiocarbonica di campioni ottenuti dalle foche mummificate trovate nella Terra Vittoria meridionale ha fornito età comprese fra 615 e 4600 anni. Tuttavia, le acque dei mari antartici hanno una attività di carbonio 14 significativamente minore rispetto allo standard mondiale accettato. Quindi la datazione radiocarbonica di organismi marini fornisce età apparenti che sono più vecchie della età vere, ma con uno scarto sconosciuto e forse variabile. Perciò le diverse età radiocarboniche determinate per le carcasse di foca mummificate non possono essere accettate come corrette. Per esempio, l'apparente età radiocarbonica della foca del Lago Bonney, di cui si sapeva che era morta da non più di poche settimane, fu determinata come 615 +/- 100 anni. Una foca appena uccisa a McMurdo aveva un'apparente età di 1300 anni.
La nostra foca compare solo in questa ultima riga.
I creazionisti videro la notizia delle carcasse mummificate di incerta datazione e la portarono come esempio di datazione sbagliata. L'età appunto non si conosce, ma in quelle condizioni una carcassa potrebbe rimanere per un tempo molto lungo. I diversi esemplari di foche mummificate possono avere età diverse e quindi dare ragione della forbice molto ampia trovata nelle datazioni. Mentre erano su quella pagina, i creazionisti videro citata anche la foca di McMurdo e la aggiunsero alla lista. Quindi nei siti dei creazionisti si possono trovare citati entrambi gli esempi, le foche mummificate delle Valli Secche e la foca appena uccisa di McMurdo. Pace riporta solo la foca di 1300 anni, e quella si è tramandata nei testi dei sindonologi.
Aggiungo che in una pagina sindonologica di Wikipedia
http://it.wikipedia.org/wiki/Esame_del_Carbonio_14_sulla_Sindone#cite_ref-parismatch_7-0
viene citato un articolo da Radiocarbon 6 (1964), pp. 189-93, dove c'è il risultato per un'altra foca uccisa nel 1961 nella stessa zona di McMurdo. L'età apparente è di 1385 anni. Il risultato viene usato per correggere la data di una foca mummificata. Nello stesso contesto viene anche citata la nostra foca, per dire che un'altra foca mummificata ebbe la data corretta in base al risultato dei 1300 anni.
Il mammut siberiano
Come ho spiegato nell'articolo [1], non c'è nessun errore per quel mammut. L'età misurata per la pelliccia dell'animale era appunto di 26.000 anni. I 5600 anni sono l'età misurata su un prelievo di torba che si trovava mezzo metro più in alto della pelliccia, con in mezzo uno strato di trenta centimetri di argilla a separare. Quindi la torba doveva essere sicuramente più giovane, essendosi depositata quando il mammut era già sepolto da tempo, e la differenza di età dipende da come si sono depositati nei millenni gli strati del terreno in quel luogo e non sarebbe prevedibile. Anche qui, nessuno dei sindonologi deve aver mai letto l'articolo originale su Radiocarbon [11], dove i due casi, il mammut e la torba, sono trattati separatamente in due paragrafi successivi. Vedere in [11] a p. 320 il campione Mo-215 per la pelliccia di mammut e a p. 320-21 il campione Mo-215-A per la torba.
Anche questo mammut è entrato negli elenchi dei creazionisti, ma qualcuno di loro è stato più prudente, ovvero ha detto una mezza bugia invece di una intera. Guardando oggi sui siti dei creazionisti, si trovano frasi come questa:
La pelliccia del mammut di Chekurovka risultò avere un'età radiocarbonica di 26.000 anni, ma la torba in cui esso era conservato risultò avere un'età di soli 5600 anni.
Si vede che qualcuno dei creazionisti si è accorto che i 5600 anni sono della torba e non del mammut, però fa credere che torba e animale dovrebbero avere la stessa età, ciò che non è vero perché si trovavano in due strati ben separati e la torba nello strato superiore doveva essere più giovane dell'animale. Non so se sia stato Pace a nascondere la torba, oppure se gli sia capitato di leggere una notizia sbagliata riportata da qualcun altro fra i creazionisti. Comunque sia, Pace dice la frase strana che abbiamo visto:
una pelliccia di Mammùth, data per vecchia di 26.000 anni, al C14 risultò di soli 5600 anni.
Non si capisce che cosa volesse intendere con quel <2data per vecchia di 26.000 anni". Su quale base davano un'età di 26.000 anni, se al C14 avevano trovato 5600 anni? Come minimo, chi legge una simile frase sente il desiderio di andare a controllare più in dettaglio la situazione. Nessuno dei sindonologi sembra averlo fatto, perché quelli che parlano del mammut continuano a credere che ci sia stato quello sbaglio nella datazione e nessuno cita mai la datazione della torba. Però non ripetono quel "data per vecchia" di Pace. Nel libro della Marinelli già citato, che ripete il testo di Pace quasi alla lettera, si legge "... che una pelliccia di mammuth, vecchia di 26000 anni ,,,", con eliminazione del "data per". Quindi al lettore sembra assodato che il mammut doveva avere un'età di 26.000 anni ma non viene detto come fu trovata. Baima Bollone sembra accorgersi del problema e nella sua frase già citata aggiunge un "presumibile", anche se ancora non si capisce in base a che cosa si debba presumere: "... una pelliccia di Mammut della presumibile età di 26000 anni è risultata averne soltanto 5600." Un altro sindonologo, Guido Pagliarino, sembra trovarsi in maggiore imbarazzo e cerca una via d'uscita supponendo che i mammut si siano estinti 25.000 anni fa (una cifra più tonda del 26.000). Dice infatti [12, p. 62]
La pelle d'un mammuth, sicuramente di almeno 25.000 anni fa, quando cioè la specie scomparve, fu considerata vecchia di soli 5.600 anni.
In realtà sono stati trovati mammut anche molto più giovani dei 25.000 anni che Pagliarino mette come limite.
Un bilancio
I sindonologi, tanto per cambiare, non fanno una bella figura. Prima di tutto, la rivista Collegamento pro Sindone non ha esitato a pubblicare un articolo, come quello di Pace, che si colloca assolutamente al di fuori dei confini della scienza (e del buon senso). È così successo che le aberrazioni dei creazionisti si sono mescolate a quelle dei sindonologi. Non solo la rivista ha pubblicato l'articolo, ma ha anche apposto una nota della redazione per ringraziare Pace dell'onore ricevuto per la concessioine di questo "autorevole articolo".
Poi ci si chiede come alcuni sindonologi, a cominciare da due nomi fra i più rappresentativi, Marinelli e Baima Bollone, abbiano potuto ripetere le affermazioni di Pace prendendole per buone e senza fare il minimo controllo come sarebbe stato tanto doveroso quanto facile.
Per le conchiglie e la foca, sembra impossibile che tali autori, essendosi occupati del metodo di radiodatazione che intendono criticare, non sapessero che gli organismi acquatici non hanno lo stesso C14 come nell'atmosfera e nei vegetali o animali terrestri. Se intendono criticare il metodo, dovrebbro conoscerne l'abc. Tanto più la cosa meraviglia per la Marinelli che è laureata in scienze naturali e ha insegnato tale materia, o materie simili, nelle scuole. Quanto a Baima Bollone, in realtà dichiara di sapere che nell'acqua c'è un carbonio diverso. Nel libro del 1990 [4, p. 268-69], dopo avere citato come errori gli esempi, fra gli altri, di lumache, foca e mammut, aggiunge:
Questi risultati sono spiegabili, e pertanto non devono essere criminalizzati. Per rimanere in ambito di gusci di conchiglie, l'assurdo "invecchiamento" è ben conosciuto. I carbonati delle acque profonde possono avere un'età di diverse migliaia di anni a causa della loro lunghissima permanenza nell'ambiente. Le conchiglie che li assumono hanno un'apparente età anche di circa 400 anni per le latitudini intorno all'equatore, che arriva fino a valori dell'ordine di migliaia di anni per le acque oceaniche delle regioni nordiche, più vicine al polo. Pertanto, più che un risultato aberrante si tratta di una datazione coerente con la teoria del 14C, e che quindi conferma indirettamente la validità del metodo.
Ripete il tutto in un libro del 1997 [13, p. 197]. Ma poi in altri due libri successivi, nel 2000 [14, p. 133] e nel 2006 [15, p. 258], scrive:
Sono ben noti non pochi casi di errore, come quello di alcune migliaia di anni per una pelliccia di mammuth, per alcuni coralli delle isole Barbados e per gusci di lumaca ancora vive e risultate invece antichissime.
E non aggiunge niente per spiegare che il C14 dell'acqua non è quello dell'atmosfera. Che cosa dobbiamo pensare? L'ipotesi più benevola è quella di un vuoto di memoria: nel 2000 e nel 2006 Baima Bollone non ricordava quello che aveva scritto nel 1990 e nel 1997!
Quanto ai coralli di Barbados, è un caso che dimostra in modo esemplare quale sia la cultura di Baima Bollone in fatto di radiocarbonio. Ho spiegato questo caso nell'articolo [1]. La Marinelli riprende il caso dei coralli anche nell'ultimo libro del 2009 (p. 241), anche se evita il madornale errore di traduzione di Baima Bollone.
Anche il brano di Baima Bollone del 1990, citato sopra, mostra una notevole confusione. Baima Bollone mette le conchiglie nelle acque profonde, dove non vivrebbero, e scambia l'acqua dolce con il mare. Se i carbonati non hanno C14, non è perché sono in acque profonde. Poi parla di conchiglie che hanno un'apparente età di 400 anni per le latitudini intorno all'equatore, ma allora deve riferirsi agli oceani e alle acque di superficie, dove i pesci prendono il carbonio dal biossido di carbonio che ha una percentuale di C14 un po' inferiore rispetto all'atmosfera. Nei mari freddi, sempre in superficie, la percentuale di carbonio è più bassa, ma è attorno all'Antartide, non nelle regioni nordiche, che, come abbiamo visto, l'età apparente può superare i mille anni, ma non molto di più, per possibili fenomeni di ingente risalita di acque di profondità. Verso il polo nord, invece, lo scarto è inferiore e resta di norma al di sotto dei mille anni.
Per tutti questi casi, va poi notata la persistenza con cui i sindonologi continuano a ripetere gli stessi errori. Sono passati venti anni ma continuano a ripetere le stesse frasi e non si correggono. Non so che cosa pensino gli altri sindonologi che nei propri scritti non hanno ripetuto le stesse cose. Però non ricordo che nessuno abbia mai criticato i sindonologi che le dicono o si sia dissociato, non almeno pubblicamente. Si tratta di una sorta di omertà che dimostra una volta di più quanto la sindonologia sia lontana dalla scienza. Infatti nella scienza, quella vera, i lavori di ogni autore vengono controllati e se del caso criticati da altri autori, e su questo controllo reciproco si basa l'attendibilità dei risultati conseguiti.
[1] G.M. Rinaldi: Gli "errori" del C14. Scienza & Paranormale, 81 (settembre/ottobre 2008), 48-55.
[2] G.M. Pace: Sindone e C14: Collegamento pro Sindone, novembre/dicembre 1988, 47-51.
[3] O. Petrosillo, E. Marinelli: La Sindone. Un enigma alla prova della scienza. Rizzoli, 1990.
[4] P.L. Baima Bollone: Sindone o no, SEI, 1990
[5] O. Petrosillo, E. Marinelli: La Sindone. Storia di un enigma, Rizzoli, 1998.
[6] E. Marinelli: La Sindone, Analisi di un mistero. Sugarco, 2009.
[7] A.C. Riggs: Major Carbon-14 Deficiency in Modern Snail Shells from Southern Nevada Springs. Science, 224/4644, 6 aprile 1984, 58-61.
[8] G. Toscano: La santa Sindone e la scienza medica. Mimep-Docete, 1998.
[9] W.S. Broecker, E.A. Olson: Lamont radiocarbon measurements VIII. Radiocarbon, 3 (1961), 176-204.
[10] D. Wakefield, Jr: Mummified seals of southern Victoria Land. Antarctic Journal, 6 (1971), 210-211.
[11] A.P. Vinogradov, A.L. Devirts, E.I. Dobkina, N.G. Markova: Radiocarbon dating in the Vernadsky Institute I-IV. Radiocarbon, 8 (1966), 292-323.
[12] G. Pagliarino: La misteriosa Sindone di Torino. 2007.
[13] P.L. Baima Bollone: Sepoltura del Messia e Sudario di Oviedo. SEI, 1997.
[14] P. Baima Bollone: Sindone, 101 domande e risposte. San Paolo, 2000
[15] P. Baima Bollone: Il mistero della Sindone. Priuli & Verlucca, 2006
Gian Marco Rinaldi ([email protected] )
In un recente articolo su Scienza & Paranormale [1], disponibile qui,
http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=273768
presentavo alcuni esempi di quelli che i sindonologi considerano "errori" del metodo di datazione al radiocarbonio. Riparliamo ora di tre di quei casi, la foca, le conchiglie e il mammut.
Non ripeterò qui la spiegazione del perché quelli indicati dai sindonologi non sono affatto errori del C14 ma sono grossi errori dei sindonologi stessi. Piuttosto vedremo di ricostruire quali sono state le fonti delle informazioni usate dai sindonologi. Sarà utile constatare come i sindonologi accettano e copiano una notizia, quando fa loro comodo, senza prima effettuare controlli o verifiche.
La fonte a cui attinsero i sindonologi per introdurre questi tre esempi fu, molto probabilmente, un articolo di Giuseppe Pace apparso sul numero di novembre-dicembre 1988 della rivista Collegamento pro Sindone. [2] A quella data i risultati della datazione della Sindone erano appena stati comunicati.
L'articolo di Pace cominciava con una esposizione generale del metodo del radiocarbonio, poi cercava di metterne in dubbio la validità con argomenti tipici dei creazionisti. Verso la fine dell'articolo, portava quei presunti esempi di errori del metodo. Riportiamo tutto il passaggio rilevante (enfasi nell'originale) [2, p. 50]:
L'autorevole periodico scientifico "Science" (n. 22, 1984) ci fa sapere che dei gusci di lumache ancora vive, al C14 risultarono vecchi di 26.000 anni. Il periodico di ricerche geo-biologiche delle terre polari "Antarctic Journal" (Sept. - Oct. 1971) ci fa sapere che al C14 una foca uccisa lì per lì, risultò morta da 1300 anni. Il periodico specializzato "Radiocarbon" (n. 8, 1966) ci fa sapere che una pelliccia di Mammùth, data per vecchia di 26.000 anni, al C14 risultò di soli 5600 anni. Si sa però che quando le datazioni ottenute utilizzando degli elementi radioattivi sono troppo sconcertanti, vengono troppo sovente sepolte e obliate,[p. 51] come non esita a dichiarare per iscritto uno specialista in materia, il Dr. Michael Winter (Les Nouvelles de Ceshe, n. 9, Février 1984): "Se una datazione C14 conferma le nostre teorie, la mettiamo bene in vista nel testo principale; se le contraddice, ma non del tutto, la releghiamo in nota; e se le contraddice del tutto, la nascondiamo a tutti". Così si evade tacitamente dal campo della scienza, per invadere quello della menzogna.»
(Della seconda parte di questo passaggio, quella che cita Michael Winter, ci occupiamo in un altro articolo su questo sito.)
Due libri di ben noti sindonologi apparsi poco dopo, nel 1990, riprendono questi casi citando appunto come fonte l'articolo di Pace. In un libro di Orazio Petrosillo ed Emanuela Marinelli [3] le frasi di Pace vengono ripetute pressoché identiche parola per parola [3, p. 153]:
La rivista scientifica «Science» riporta che alcuni gusci di lumache ancora vive al C14 risultarono vecchi di 26000 anni. Il periodico di ricerche geo-biologiche delle terre polari «Antarctic Journal» rende noto che al C14 una foca appena uccisa risultò morta da 1300 anni. Su «Radiocarbon» si legge che una pelliccia di mammuth, vecchia di 26000 anni, venne datata ad appena 5600 anni fa.
Pier Luigi Baima Bollone in un libro del 1990 scrive [4, p. 268]:
È stata enfatizzata la notizia che gusci di lumache ancora vive con questo metodo risultano vecchi di 26.000 anni, che una foca appena uccisa è risultata morta da 1300 anni e che una pelliccia di Mammuth della presumibile età di 26.000 anni è risultata averne soltanto 5600.
La Marinelli e Petrosillo ripetono lo stesso testo in un successivo libro del 1998 [5, p. 251]. Ancora nell'ultimo libro della Marinelli del 2009 torna lo stesso ritornello [6, p. 238]:
La rivista scientifica" Science" riportò che alcuni gusci di lumache ancora vive al C14 apparvero vecchi di 26.000 anni. Il periodico di ricerche geo-biologiche delle terre polari Antarctic Journal rese noto che al C14 una foca appena uccisa risultò morta da 1300 anni. Su Radiocarbon fu pubblicato che una pelliccia di mammuth di 26.000 anni fa venne datata ad appena 5600 anni fa.
Anche Baima Bollone tornerà a citare gli stessi casi in libri successivi
Altri autori hanno cambiato qualche parola, ma non hanno mai aggiunto alcun dettaglio, quindi hanno copiato, di prima o di seconda mano, dall'articolo di Pace, senza mai andare a controllare sulle fonti e senza assumere altre informazioni.
Da chi attingeva a sua volta Pace? Era facile prevederlo. Fino al 1988, i sindonologi non avevano avuto motivo di setacciare la letteratura del radiocarbonio per cercare esempi di datazioni sbagliate. C'era però chi già da tempo lo stava facendo. Erano i creazionisti, in particolare quelli che sostengono alla lettera la cronologia biblica e calcolano poche migliaia di anni dal giorno della creazione. Per quei creazionisti, tutti i metodi di datazione introdotti nella scienza devono essere sbagliati. Ecco allora che Pace ha preso alcuni esempi dal repertorio dei creazionisti.
Chi era Don Giuseppe Pace
Giuseppe Maria Pace (1911-2000), sacerdote salesiano, dopo il Concilio Vaticano degli anni 1960 si schierò con i tradizionalisti e antimodernisti che si opponevano alle novità portate dal Concilio. Si rifiutava di recitare la Messa secondo il nuovo rito e continuò, in modo quasi clandestino, a recitare la vecchia Messa Tridentina in latino. Secondo una frase in un necrologio apparso in un sito amico:
http://www.unavox.it/095b.htm
È noto a tutti che don Pace non celebrò mai la S. Messa col nuovo rito, ma si attenne sempre, con santa tenacia, alla plurisecolare S. Messa Tridentina. Per questa sua esemplare fedeltà subì persecuzioni, ostracismo, isolamento, esilio.
In un'altra nota sullo stesso sito di tradizionalisti:
http://www.unavox.it/Giornale/127g_o_App_Canon.htm
Fu uno di quei sacerdoti che si rifiutò di accettare la rivoluzione liturgica e dottrinale imposta a partire dal Concilio. Per questo venne emarginato e vessato dalla Diocesi di Torino, che lo costrinse a celebrare la S. Messa tradizionale quasi in clandestinità. Scrisse alcune centinaia di articoli sulla base dei suoi studi di liturgia e di storia della Chiesa, a sostegno della "Battaglia per la Tradizione".
Infatti a un certo punto Pace fu allontanato da Torino città e dovette risiedere a Caselette, piccolo paese della provincia.
Una raccolta di 61 suoi articoli, col titolo Zibaldone e sotto il nome fra' Galdino da Pescarenico, è stata pubblicata poco dopo la sua morte. Pubblicò anche in altri svariati campi, per esempio nella sua bibliografia si trova un opuscolo sulla "Miracolosa traslazione a Loreto della dimora della Santissima Annunziata", poi un romanzo di fantastoria ecclesiale sotto lo pseudonimo Walter Martin, oltre a un trattato sui funghi.
Un suo articolo che si può leggere in rete
http://www.sacrocapo.com/1/upload/il_cosmo_non_e_frutto_del_caso.pdf
col titolo "Evoluzionismo e tempi lunghi?" mostra le sue idee sulle datazioni con isotopi radioattivi. Espone il punto di vista dei creazionisti, quelli dell'ala estrema che sostiene la "Terra giovane". Riportiamo alcuni passaggi per dare un'idea del livello scientifico. Nella prima citazione Pace vuol dimostrare che gli scienziati si sbagliano nel calcolare tempi lunghi per l'evoluzione:
Da complicati calcoli, fondati su emanazioni termonucleari, risulta che sono necessari non meno di 100.000 anni a che una stella gigante rossa si trasformi in nana bianca; ma tali calcoli, pur tanto impressionanti, sono ingannevoli, poiché Sirio-B, nana bianca, era classificata dai sacerdoti egiziani tra le stelle rosse; e rossa era ancora in tempi a noi vicini, poiché rossa la dicevano sia Cicerone che Seneca, e, ancora circa due secoli dopo, anche Tolomeo la menzionava tra le 6 stelle rosse.
Ecco il meccanismo del diluvio universale:
Il meccanismo del Diluvio si spiega dal precipitare sulla terra l' anello acquoso che le girava attorno (come gli anelli di Saturno): si tratta di quello che la Genesi chiama "le acque di sopra il firmamento", il che fu accompagnato dal riversarsi sulla Terra, totalmente, le acque del grande oceano che circondava il continente unico iniziale, dalla forma regolare "di un fiore di otto petali" ("le acque del basso").
Per questo brano, come per il prossimo, Pace rimanda a una pubblicazione del Ceshe, un gruppo di cui diremo subito. Al tempo del paradiso terrestre, secondo il Ceshe, l'asse della Terra era perpendicolare al piano dell'eclittica (che Pace chiama "ellittica") e il clima era mite e costante senza stagioni, ma poi Dio inclinò l'asse terrestre per punire Adamo ed Eva dopo il peccato della mela:
La repentina inclinazione dell'asse della Terra fu conseguenza del peccato dell' uomo. A partire da quel momento e fino al Diluvio sono state calcolate sette glaciazioni a intervalli regolari (in coincidenza con i periodi di macchie solari); allo stesso tempo, in altrettante regioni del continente unico, ebbero luogo violente fasi di attività orogenica e vulcanica, che insieme con le glaciazioni rimodellarono la geografia della Terra, prima di smembrarsi nel Diluvio, dando luogo agli attuali continenti.
Va aggiunto che le sette glaciazioni, e i relativi periodi interglaciali, si susseguirono in un arco di 1500 anni o poco più, secondo i tempi rapidissimi di quei creazionisti.
Il gruppo "Ceshe"
Per questa versione del creazionismo, Pace si rifà ai concetti coltivati dal CESHE ("Le cercle historique et scientifique"), un piccolo gruppo di fondamentalisti cattolici con adepti fra Francia e Belgio, oltre a qualche diramazione in Italia a giudicare dal fatto che si trovano pubblicazioni e siti web in traduzione italiana. Sono i seguaci di Fernand Crombette (1880-1970), un visionario francese (poi trasferito in Belgio). Crombette scrisse molte pagine per ricostruire in ogni dettaglio la storia dell'umanità a partire dalla data del diluvio, che è il 2347 a.C.
Non si immagina a quali limiti di assurdità arrivino i testi del Ceshe se non si prova a leggerne qualche pagina. Si può vedere qui su un sito del Ceshe in italiano:
http://digilander.libero.it/crombette/
Ecco due frasi dalla presentazione del sito:
Benvenuti sul sito del CESHE, il "Circolo storico e scientifico". Esso è un'associazione internazionale che ha per scopo di riconciliare la scienza e la fede nelle intelligenze e nei cuori; in particolare: [....]Il CESHE professa l'inerranza scientifica e storica della Bibbia ed è in relazione in diversi paesi con le Associazioni che riconoscono il posto privilegiato dell'uomo e della terra in seno alla Creazione.
Professare la "inerranza" della Bibbia significa credere che la Bibbia non possa mai sbagliare e vada presa per vera alla lettera
È inutile dire che quelle persone sono le meno adatte per parlare di metodi di datazione. Le loro date devono essere in accordo col calendario biblico, dal giorno della creazione fino a oggi. Sanno che il diluvio c'è stato esattamente nel 2347 avanti Cristo. Quanto alla creazione del mondo, qualcuno lascia un piccolo margine di incertezza perché la ricostruzione attraverso le genealogie bibliche non è esattissima, ma tutti sono d'accordo nel collocare una data a circa seimila e non più di settemila anni fa. Con queste premesse inalienabili, riescono a raccontare la storia delle ere geologiche, la formazione della crosta terrestre, la comparsa di tutte le forme di vita, la preistoria dell'uomo.
Ricordiamo i nomi di due degli esponenti più noti del Ceshe perché hanno avuto a che fare con la Sindone. Uno è Guy Berthault, un ricco imprenditore che vive vicino a Parigi. Qualcuno ricorderà che fu lui a finanziare le (presunte) ricerche di Dmitry Kuznetsov. Berthault ha spiegato la geologia diluviana, cioè come le acque del diluvio hanno disposto il suolo del pianeta negli strati che oggi vediamo. Il tutto in pochi mesi. Ha anche cercato di dimostrare che il sistema solare è geocentrico.
L'altra è Marie-Claire van Oosterwyck-Gastuche, di provenienza belga, che si interessa anche lei di geologia e si considera un'esperta di datazioni. Ritiene di aver dimostrato che tutti i metodi di datazione usati dagli scienziati per i tempi delle ere geologiche sono sbagliati. Per il C14 ha una spiegazione semplice: l'acqua del diluvio, che era povera dell'isotopo radioattivo, ha diluito il C14 sulla terra così che oggi i reperti antidiluviani sembrano avere un'età molto più antica del reale.
Le capacità di questi studiosi, in fatto di datazioni, sono sorprendenti, a confronto di quelle dei sindonologi. Mentre con la Sindone si tratta di invecchiare un reperto di soli tredici secoli rispetto al risultato del C14, i creazionisti di stretta osservanza biblica, nella loro geologia, devono ringiovanire le date spostandole anche di centinaia di milioni di anni. Sono da ammirare per il loro coraggio: non si spaventano per la difficoltà dell'impresa e non indietreggiano mai.
Quando nel 1988 furono resi noti i risultati della datazione della Sindone, la Oosterwyck-Gastuche ebbe subito un'idea su come spiegare il risultato, che secondo lei naturalmente era sbagliato. Disse che l'incendio del 1532 aveva causato l'incorporazione nel tessuto di nuovo carbonio che aveva alterato la datazione. Berthault apprezzò questa idea, e quando poco dopo conobbe Kuznetsov, gli propose di verificarla sperimentalmente. Il seguito lo sappiamo.
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L'articolo di Pace del 1988
Nell'articolo di Collegamento pro Sindone di cui ci occupiamo [2], Pace parla in modo piuttosto confuso dei metodi di radiodatazione, col C14 come con altri isotopi, e li critica con argomenti tipici dei creazionisti. Nell'articolo non è mai nominata la parola creazionismo, però ci sono i riferimenti ad alcuni articoli che hanno sigle forse sconosciute ai sindonologi ma note a chi si interessa di creazionismo. Pace cita per tre volte un articolo di Michaël Winter su Les Nouvelles du CESHE del 1984 e cita Science et Foi, che è la stessa rivista del Ceshe dopo aver cambiato nome. Cita anche un numero di Les Cahiers du Ceshe.
In uno dei riferimenti alle pubblicazioni del Ceshe, dice che le galline possono produrre trasmutazioni dei nuclei atomici, infatti fabbricano atomi di calcio per il guscio dell'uovo anche se non hanno il calcio nella dieta. Quindi anche gli isotopi di C14 possono formarsi in altri modi, oltre che per l'azione dei raggi cosmici nell'alta atmosfera. Basterebbe questa affermazione per far capire il livello di questo articolo, ma i sindonologi non se ne sono preoccupati.
Poi Pace cita un certo Dudley, di cui non dà il primo nome, che avrebbe dimostrato con esperimenti che i tempi di decadimento degli isotopi radioattivi possono variare a seconda delle condizioni di temperatura e pressione, sconvolgendo così i calcoli per le radiodatazioni. Si tratta di Horace C. Dudley, che di mestiere si occupava di medicina nucleare ma si dedicò anche a idee stravaganti. La sua presunta dimostrazione sperimentale della variabilità dei tempi di decadimento radioattivo è in un suo articolo del 1975 di cui i creazionisti si appropriarono sùbito sventolandolo cone una prova della inattendibilità delle radiodatazioni.
Oltre alle pubblicazioni del Ceshe, Pace cita anche un articolo da CRS Quarterly. La sigla CRS sta per "Creation Research Society", una delle più importanti associazioni di creazionisti, con sede nello stato del Missouri. Da questa rivista cita un articolo di John Woodmorappe (pseudonimo), un autore che allora era ancora giovane ma poi si è fatto un nome fra i creazionisti. Oltre a criticare i metodi di datazione e a studiare la geologia diluviana, Woodmorappe è diventato famoso per il suo studio dell'Arca di Noè. Ha descritto nei dettagli come fosse possibile per Noè ospitare per mesi sulla sua Arca un numero di circa 17.000 animali, tanti ne ha contati. Era possibile, dice, se Noè aveva preventivamente allenato gli animali a comportarsi in modo adatto, per esempio a mangiare quello che era più comodo da portare sull'arca, a non mangiare altri animali, e anche a espellere direttamente dentro a un secchio per non sommergere la barca di escrementi.
Pace cita Woodmorappe per fornire esempi di presunte datazioni sbagliate, anche se si tratta di esempi su tempi geologici che non riguardano la Sindone.
Ci si meraviglia (o forse non ci si deve meravigliare?) che Collegamento pro Sindone abbia ospitato un simile articolo, ma la redazione non sembrava essere imbarazzata, anzi anteponeva all'articolo questa nota:
Il salesiano Prof. Don Giuseppe M. Pace ci ha onorato con questo suo autorevole articolo. Lo ringraziamo di cuore, anche in nome dei nostri numerosi lettori.
In quegli anni attorno al 1990, la stessa rivista pubblicò, oltre a questo, altri dieci articoli di Pace.
I sindonologi, leggendo un articolo come quello di Pace, dovevano accorgersi immediatamente che quello non era un autore di cui fidarsi, ma alcuni di loro non esitarono a ricopiare parola per parola quelle espressioni che abbiamo mostrato all'inizio. Questo dà un'idea della loro preparazione scientifica. Va detto che ci sono anche sindonologi che non hanno copiato da Pace, ma nessuno di loro in venti anni, che io abbia notato, ha mai contestato quei colleghi, in particolare due ben rappresentativi esponenti quali Marinelli e Baima Bollone, che hanno ripetuto le affermazioni di Pace. Va notato che le frasi con cui vengono riportati quegli esempi sono sempre le stesse, senza aggiunta di alcun dettaglio, il che significa che nessuno è andato a consultare gli articoli originali o ha cercato maggiori notizie. Vediamo la situazione caso per caso, nell'ordine come compaiono nell'articolo di Pace: conchiglie, foca e mammut.
Le conchiglie del Nevada
Per la conchiglia di 27.000 anni, la fonte della notizia, precisata talvolta nei testi dei creazionisti, è un articolo pubblicato su Science nel 1984 [7]. Pace traduce "snail" con "lumaca", ma il termine è inadatto perché di solito dicendo gusci di lumaca ci si rifererisce a molluschi di terra. Qui si tratta di molluschi di acqua dolce della specie Melanoides tuberculatus. Chi vuol vedere la bella conchiglietta può mettere il nome su Google immagini e trova molte foto. Altri sindonologi hanno continuato a parlare di "lumache", per esempio Baima Bollone in diversi suoi libri.
Il volume della rivista è il 224, non 22 come scrive Pace. Il volume 22 della rivista Science apparve nel 1905!
Nell'articolo di Science si cita fra gli altri un caso limite di una conchiglia con età apparente di 27.000 anni. Anche i creazionisti riportano 27.000. Invece Pace scrive 26.000, forse confondendosi col mammut, e tutti i sindonologi lo hanno seguito. Si ha quindi la dimostrazione che la fonte dei sindonologi è stata appunto l'articolo di Pace. Per esempio in un libro di Giuseppe Toscano [8] si trovano tutte le peculiarità di Pace: il termine "lumache", il volume 22 e i 26.000 anni:
Per tutti questi motivi, nei bollettini scientifici vengono spesso segnalati errori madornali di esami fatti col C14, come quello condotto su gusci di lumache ancora viventi che risultarono vecchie di 26.000 anni (da "Science", n. 22, 1984) o quello (cfr. "Antarctic Journal" Sett.-Ott. 1971) condotto su una foca uccisa da poco, che risultò morta da 1.300 anni!
Naturalmente nessun sindonologo ha mai letto l'articolo di Science, o avrebbe visto che lì non c'è nessun errore madornale e che vengono discussi i processi chimici con cui la conchiglia può avere incorporato carbonio minerale privo di isotopo 14. Con tutta probabilità, lo stesso Pace non ha visto gli articoli originali, per questo e per gli altri casi, ma li ha ripresi dalle pubblicazioni dei creazionisti dove i casi sono citati come esempi di errori di datazione. Però non cita particolari fonti dei creazionisti da cui ha tratto i dati.
La foca antartica
Per la foca della stazione di McMurdo (Mare di Ross, Antartide), Pace dà come fonte la rivista Antarctic Journal del 1971. L'articolo originale non è quello, ma era già apparso dieci anni prima su Radiocarbon [9] (vedere il campione L-570 a p. 200). I testi dei creazionisti citano appunto Antarctic Journal, il che prova che Pace ha preso dai creazionisti. Poi i sindonologi, quando hanno dato una fonte, hanno sempre citato ancora Antarctic Journal, mai Radiocarbon, il che dimostra che hanno copiato da Pace e non hanno mai visto l'articolo originale. Aggiungo che da molto tempo tutte le annate di Radiocarbon sono disponibili online (e gratis), quindi i sindonologi possono leggere l'articolo con poca fatica. Se avessero mai letto l'articolo originale, saprebbero bene che lì non ci fu nessun errore e nessuno voleva datare una foca appena morta.
Ma anche leggendo la fonte dei creazionisti, quella su Antarctic Journal, avrebbero dovuto capire qualcosa. Vediamola. Quell'articolo del 1971 non aveva per oggetto la foca dei 1300 anni, che veniva citata solo di sfuggita, ma diverse carcasse di foche ritrovate in una zona vicina (Valli Secche, Terra Vittoria). Le condizioni del clima permettevano la conservazione delle carcasse, in condizioni più o meno mummificate, per tempi molto lunghi. I ricercatori erano curiosi di datare le carcasse, ma non potevano avere indicazioni precise dal test del C14, appunto perché in quel mare ci può essere una concentrazione alquanto bassa dell'isotopo radioattivo. Come esempio portavano appunto la nostra foca, che facilmente poteva essere ricordata come caso limite di basso contenuto di C14. Riportiamo il passaggio in questione da Antarctic Journal [10]:
L'analisi radiocarbonica di campioni ottenuti dalle foche mummificate trovate nella Terra Vittoria meridionale ha fornito età comprese fra 615 e 4600 anni. Tuttavia, le acque dei mari antartici hanno una attività di carbonio 14 significativamente minore rispetto allo standard mondiale accettato. Quindi la datazione radiocarbonica di organismi marini fornisce età apparenti che sono più vecchie della età vere, ma con uno scarto sconosciuto e forse variabile. Perciò le diverse età radiocarboniche determinate per le carcasse di foca mummificate non possono essere accettate come corrette. Per esempio, l'apparente età radiocarbonica della foca del Lago Bonney, di cui si sapeva che era morta da non più di poche settimane, fu determinata come 615 +/- 100 anni. Una foca appena uccisa a McMurdo aveva un'apparente età di 1300 anni.
La nostra foca compare solo in questa ultima riga.
I creazionisti videro la notizia delle carcasse mummificate di incerta datazione e la portarono come esempio di datazione sbagliata. L'età appunto non si conosce, ma in quelle condizioni una carcassa potrebbe rimanere per un tempo molto lungo. I diversi esemplari di foche mummificate possono avere età diverse e quindi dare ragione della forbice molto ampia trovata nelle datazioni. Mentre erano su quella pagina, i creazionisti videro citata anche la foca di McMurdo e la aggiunsero alla lista. Quindi nei siti dei creazionisti si possono trovare citati entrambi gli esempi, le foche mummificate delle Valli Secche e la foca appena uccisa di McMurdo. Pace riporta solo la foca di 1300 anni, e quella si è tramandata nei testi dei sindonologi.
Aggiungo che in una pagina sindonologica di Wikipedia
http://it.wikipedia.org/wiki/Esame_del_Carbonio_14_sulla_Sindone#cite_ref-parismatch_7-0
viene citato un articolo da Radiocarbon 6 (1964), pp. 189-93, dove c'è il risultato per un'altra foca uccisa nel 1961 nella stessa zona di McMurdo. L'età apparente è di 1385 anni. Il risultato viene usato per correggere la data di una foca mummificata. Nello stesso contesto viene anche citata la nostra foca, per dire che un'altra foca mummificata ebbe la data corretta in base al risultato dei 1300 anni.
Il mammut siberiano
Come ho spiegato nell'articolo [1], non c'è nessun errore per quel mammut. L'età misurata per la pelliccia dell'animale era appunto di 26.000 anni. I 5600 anni sono l'età misurata su un prelievo di torba che si trovava mezzo metro più in alto della pelliccia, con in mezzo uno strato di trenta centimetri di argilla a separare. Quindi la torba doveva essere sicuramente più giovane, essendosi depositata quando il mammut era già sepolto da tempo, e la differenza di età dipende da come si sono depositati nei millenni gli strati del terreno in quel luogo e non sarebbe prevedibile. Anche qui, nessuno dei sindonologi deve aver mai letto l'articolo originale su Radiocarbon [11], dove i due casi, il mammut e la torba, sono trattati separatamente in due paragrafi successivi. Vedere in [11] a p. 320 il campione Mo-215 per la pelliccia di mammut e a p. 320-21 il campione Mo-215-A per la torba.
Anche questo mammut è entrato negli elenchi dei creazionisti, ma qualcuno di loro è stato più prudente, ovvero ha detto una mezza bugia invece di una intera. Guardando oggi sui siti dei creazionisti, si trovano frasi come questa:
La pelliccia del mammut di Chekurovka risultò avere un'età radiocarbonica di 26.000 anni, ma la torba in cui esso era conservato risultò avere un'età di soli 5600 anni.
Si vede che qualcuno dei creazionisti si è accorto che i 5600 anni sono della torba e non del mammut, però fa credere che torba e animale dovrebbero avere la stessa età, ciò che non è vero perché si trovavano in due strati ben separati e la torba nello strato superiore doveva essere più giovane dell'animale. Non so se sia stato Pace a nascondere la torba, oppure se gli sia capitato di leggere una notizia sbagliata riportata da qualcun altro fra i creazionisti. Comunque sia, Pace dice la frase strana che abbiamo visto:
una pelliccia di Mammùth, data per vecchia di 26.000 anni, al C14 risultò di soli 5600 anni.
Non si capisce che cosa volesse intendere con quel <2data per vecchia di 26.000 anni". Su quale base davano un'età di 26.000 anni, se al C14 avevano trovato 5600 anni? Come minimo, chi legge una simile frase sente il desiderio di andare a controllare più in dettaglio la situazione. Nessuno dei sindonologi sembra averlo fatto, perché quelli che parlano del mammut continuano a credere che ci sia stato quello sbaglio nella datazione e nessuno cita mai la datazione della torba. Però non ripetono quel "data per vecchia" di Pace. Nel libro della Marinelli già citato, che ripete il testo di Pace quasi alla lettera, si legge "... che una pelliccia di mammuth, vecchia di 26000 anni ,,,", con eliminazione del "data per". Quindi al lettore sembra assodato che il mammut doveva avere un'età di 26.000 anni ma non viene detto come fu trovata. Baima Bollone sembra accorgersi del problema e nella sua frase già citata aggiunge un "presumibile", anche se ancora non si capisce in base a che cosa si debba presumere: "... una pelliccia di Mammut della presumibile età di 26000 anni è risultata averne soltanto 5600." Un altro sindonologo, Guido Pagliarino, sembra trovarsi in maggiore imbarazzo e cerca una via d'uscita supponendo che i mammut si siano estinti 25.000 anni fa (una cifra più tonda del 26.000). Dice infatti [12, p. 62]
La pelle d'un mammuth, sicuramente di almeno 25.000 anni fa, quando cioè la specie scomparve, fu considerata vecchia di soli 5.600 anni.
In realtà sono stati trovati mammut anche molto più giovani dei 25.000 anni che Pagliarino mette come limite.
Un bilancio
I sindonologi, tanto per cambiare, non fanno una bella figura. Prima di tutto, la rivista Collegamento pro Sindone non ha esitato a pubblicare un articolo, come quello di Pace, che si colloca assolutamente al di fuori dei confini della scienza (e del buon senso). È così successo che le aberrazioni dei creazionisti si sono mescolate a quelle dei sindonologi. Non solo la rivista ha pubblicato l'articolo, ma ha anche apposto una nota della redazione per ringraziare Pace dell'onore ricevuto per la concessioine di questo "autorevole articolo".
Poi ci si chiede come alcuni sindonologi, a cominciare da due nomi fra i più rappresentativi, Marinelli e Baima Bollone, abbiano potuto ripetere le affermazioni di Pace prendendole per buone e senza fare il minimo controllo come sarebbe stato tanto doveroso quanto facile.
Per le conchiglie e la foca, sembra impossibile che tali autori, essendosi occupati del metodo di radiodatazione che intendono criticare, non sapessero che gli organismi acquatici non hanno lo stesso C14 come nell'atmosfera e nei vegetali o animali terrestri. Se intendono criticare il metodo, dovrebbro conoscerne l'abc. Tanto più la cosa meraviglia per la Marinelli che è laureata in scienze naturali e ha insegnato tale materia, o materie simili, nelle scuole. Quanto a Baima Bollone, in realtà dichiara di sapere che nell'acqua c'è un carbonio diverso. Nel libro del 1990 [4, p. 268-69], dopo avere citato come errori gli esempi, fra gli altri, di lumache, foca e mammut, aggiunge:
Questi risultati sono spiegabili, e pertanto non devono essere criminalizzati. Per rimanere in ambito di gusci di conchiglie, l'assurdo "invecchiamento" è ben conosciuto. I carbonati delle acque profonde possono avere un'età di diverse migliaia di anni a causa della loro lunghissima permanenza nell'ambiente. Le conchiglie che li assumono hanno un'apparente età anche di circa 400 anni per le latitudini intorno all'equatore, che arriva fino a valori dell'ordine di migliaia di anni per le acque oceaniche delle regioni nordiche, più vicine al polo. Pertanto, più che un risultato aberrante si tratta di una datazione coerente con la teoria del 14C, e che quindi conferma indirettamente la validità del metodo.
Ripete il tutto in un libro del 1997 [13, p. 197]. Ma poi in altri due libri successivi, nel 2000 [14, p. 133] e nel 2006 [15, p. 258], scrive:
Sono ben noti non pochi casi di errore, come quello di alcune migliaia di anni per una pelliccia di mammuth, per alcuni coralli delle isole Barbados e per gusci di lumaca ancora vive e risultate invece antichissime.
E non aggiunge niente per spiegare che il C14 dell'acqua non è quello dell'atmosfera. Che cosa dobbiamo pensare? L'ipotesi più benevola è quella di un vuoto di memoria: nel 2000 e nel 2006 Baima Bollone non ricordava quello che aveva scritto nel 1990 e nel 1997!
Quanto ai coralli di Barbados, è un caso che dimostra in modo esemplare quale sia la cultura di Baima Bollone in fatto di radiocarbonio. Ho spiegato questo caso nell'articolo [1]. La Marinelli riprende il caso dei coralli anche nell'ultimo libro del 2009 (p. 241), anche se evita il madornale errore di traduzione di Baima Bollone.
Anche il brano di Baima Bollone del 1990, citato sopra, mostra una notevole confusione. Baima Bollone mette le conchiglie nelle acque profonde, dove non vivrebbero, e scambia l'acqua dolce con il mare. Se i carbonati non hanno C14, non è perché sono in acque profonde. Poi parla di conchiglie che hanno un'apparente età di 400 anni per le latitudini intorno all'equatore, ma allora deve riferirsi agli oceani e alle acque di superficie, dove i pesci prendono il carbonio dal biossido di carbonio che ha una percentuale di C14 un po' inferiore rispetto all'atmosfera. Nei mari freddi, sempre in superficie, la percentuale di carbonio è più bassa, ma è attorno all'Antartide, non nelle regioni nordiche, che, come abbiamo visto, l'età apparente può superare i mille anni, ma non molto di più, per possibili fenomeni di ingente risalita di acque di profondità. Verso il polo nord, invece, lo scarto è inferiore e resta di norma al di sotto dei mille anni.
Per tutti questi casi, va poi notata la persistenza con cui i sindonologi continuano a ripetere gli stessi errori. Sono passati venti anni ma continuano a ripetere le stesse frasi e non si correggono. Non so che cosa pensino gli altri sindonologi che nei propri scritti non hanno ripetuto le stesse cose. Però non ricordo che nessuno abbia mai criticato i sindonologi che le dicono o si sia dissociato, non almeno pubblicamente. Si tratta di una sorta di omertà che dimostra una volta di più quanto la sindonologia sia lontana dalla scienza. Infatti nella scienza, quella vera, i lavori di ogni autore vengono controllati e se del caso criticati da altri autori, e su questo controllo reciproco si basa l'attendibilità dei risultati conseguiti.
[1] G.M. Rinaldi: Gli "errori" del C14. Scienza & Paranormale, 81 (settembre/ottobre 2008), 48-55.
[2] G.M. Pace: Sindone e C14: Collegamento pro Sindone, novembre/dicembre 1988, 47-51.
[3] O. Petrosillo, E. Marinelli: La Sindone. Un enigma alla prova della scienza. Rizzoli, 1990.
[4] P.L. Baima Bollone: Sindone o no, SEI, 1990
[5] O. Petrosillo, E. Marinelli: La Sindone. Storia di un enigma, Rizzoli, 1998.
[6] E. Marinelli: La Sindone, Analisi di un mistero. Sugarco, 2009.
[7] A.C. Riggs: Major Carbon-14 Deficiency in Modern Snail Shells from Southern Nevada Springs. Science, 224/4644, 6 aprile 1984, 58-61.
[8] G. Toscano: La santa Sindone e la scienza medica. Mimep-Docete, 1998.
[9] W.S. Broecker, E.A. Olson: Lamont radiocarbon measurements VIII. Radiocarbon, 3 (1961), 176-204.
[10] D. Wakefield, Jr: Mummified seals of southern Victoria Land. Antarctic Journal, 6 (1971), 210-211.
[11] A.P. Vinogradov, A.L. Devirts, E.I. Dobkina, N.G. Markova: Radiocarbon dating in the Vernadsky Institute I-IV. Radiocarbon, 8 (1966), 292-323.
[12] G. Pagliarino: La misteriosa Sindone di Torino. 2007.
[13] P.L. Baima Bollone: Sepoltura del Messia e Sudario di Oviedo. SEI, 1997.
[14] P. Baima Bollone: Sindone, 101 domande e risposte. San Paolo, 2000
[15] P. Baima Bollone: Il mistero della Sindone. Priuli & Verlucca, 2006